10-13.
Numeri ossessivamente presenti nel corso della serie X-Files che i fans hanno
ritrovato in un codice alfanumerico di un case file, in una data di nascita di
un personaggio, sul display di un orologio, in una combinazione di accesso di
una porta di un treno merci, all’ingresso di un silo di una base missilistica, o
su una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Numeri
collocati qui e là come firme d’autore, stilisticamente eleganti e funzionali
non meno dei camei di Hitchcock o Tarantino, a voler ricordare a tutti che
Chris Carter made this! Il
Californiano surfista, dagli esordi disneyani, oggi, 13 ottobre, compie 57
anni. Dopo X-Files non è riuscito a riproporsi ad alti livelli, e non sarebbe
stato possibile, perché dopo aver raggiunto la vetta più alta del mondo, per
far meglio, all’uomo non resterebbe che imparare a volare muovendo le ali che
la natura non gli ha concesso. Uomo
schivo, Carter ha sempre preferito defilarsi da apparizioni pubbliche o eventi
televisivi, ad eccezione delle recenti celebrazioni del 20° anniversario del Cult
Serial, e nemmeno i social network hanno destato il suo interesse. Soprattutto
il distacco dai nuovi modelli di comunicazione ha portato ingiustamente alle
luci della ribalta ex co-sceneggiatori che hanno sfruttato l’esperienza in
X-Files come trampolino di lancio per le loro carriere, facendo poi leva sulla
gratitudine e l’affezione degli x-philes per promuovere nuovi lavori, mentre il
vero Deus ex machina pare esser stato accantonato dalla memoria collettiva o
dalla scarsa informazione. E così
ex co-sceneggiatori ed ex apprendisti autori di X-Files, soprattutto nel
vecchio continente, vengono insigniti di premi e riconoscimenti alla scrittura
che probabilmente vanno anche al di là dei meriti e che appaiono ancor più eccessivi
se si pensa che il loro maestro,
colui il quale ha concesso loro un’opportunità ed è stato fonte di ispirazione,
a stento ottiene una menzione degna di nota da giornalisti più o meno esperti
del settore, figurarsi da Blogger Faidate.
C’è un motivo per cui il numero 1 arriverà sempre prima del numero due, a
dispetto della Parabola dei lavoratori della vigna (Marco 20, 1-16): la qualità. Episodi
come Deep Throat, Duane Barry, Irresistible, Anasazi, 2shy, Oubliette, Syzygy, Redux,
The Post-Modern Prometheus, Triangle, How the Ghost stole Christmas, hanno
fissato i parametri della scrittura e dell’ottima televisione. Episodi
scritti ad una mano, non a due. Storie prive di compromessi e quindi di
inevitabili contraddizioni. Senza
dimenticare le caratterizzazioni di base di personaggi storici come Mulder,
Scully, Smoking Man, la cui perfezione è stata più avanti scalfita da chi forse
avrebbe dovuto evitare di metterci mano. In
attesa di ritrovare Chris Carter al lavoro su X-Files 3 (c’è ancora speranza?),
in questi giorni il papà di Mulder e Scully è impegnato nelle riprese del pilot
della sua ultima fatica telefilmica, il post apocalittico The After, prodotto
da Amazon Studios. Presto
contiamo di darvi maggiori dettagli sulla trama e prime foto dal set. Nel
frattempo non ci resta che augurare a Chris Carter un Happy-B-Day e ricordare a
tutti che lui…MADE THIS!
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