In molti lo considerano il suo erede naturale e
diretto, alcuni l'hanno acclamato come "il nuovo X-Files" (facendo storcere non poco il naso agli aficionados
della saga di Chris Carter): per molti aspetti però, sia pure con alcuni
distinguo importanti, Fringe, ultima
fatica controversa di JJ. Abrams, è forse la serie televisiva in corso che ha
più punti di contatto con X-Files,
anche soltanto per il fatto che senza questo fratello maggiore non ci sarebbe
probabilmente mai stata, come del resto anche altri telefilm.
Quali sono i punti in comune? Senz'altro l'interesse
per il mistero e l'indagine sul paranormale, senz'altro il coinvolgimento
dell'FBI, senz'altro l'aver messo al centro un personaggio femminile forte, senz'altro
la costruzione di una mitologia che pervade tutta la serie.
Ma detto questo, ci sono anche (e meno male, i cloni
e le scopiazzature non sono mai cose simpatiche, al di là poi del valore
intrinseco di ogni serial e del gusto personale che può prediligerne uno invece
che un altro) molte differenze di tematiche e di costruzione della vicenda.
Innanzitutto la mitologia, oggetto in X-Files
solo di alcuni episodi per stagione (da molti amati, da alcuni appena
tollerati), qui diventa la colonna portanta della serie, tanto da rendere molto
difficile seguire e appassionarsi a metà telefilm, come è successo invece a
molti appassionati di Mulder e Scully, che scoprirono le loro avventure non
proprio dal Pilot per poi magari recuperare.
Il pregio di questo è che effettivamente non ci si
perde da una stagione all'altra a ricordarsi cosa era successo, il difetto è
che tutto diventa molto da seguire assiduamente, senza perdere gli episodi per
strada, cosa che può succedere allo spettatore occasionale che difficilmente
potrà diventare appassionato però.
Il punto focale di Fringe è l'esistenza di dimensioni parallele, cosa che in X-Files veniva solo accennata in un paio
di episodi, e tutta la vicenda è costruita su questo: i nemici di Olivia e
Peter sono gli abitanti dell'altra dimensione ma anche un'oscura
multinazionale, mentre per Mulder e Scully si parlava del Consorzio, sorta di
associazione che poteva ricordare non poco agli spettatori di casa nostra certe
massonerie e servizi segreti deviati alla base di misteri e fatti luttuosi
della nostra storia anche recente, da Piazza Fontana alla stazione di Bologna.
Succede così, in Fringe,
che lo stesso personaggio possa essere visto come buono e cattivo a seconda
della dimensione di appartenenza, in una rilettura del tema del doppio tanto
caro alla letteratura fantastica e gotica ottocentesca.
Peter e Olivia sono abbastanza diversi da Mulder e
Scully, non c'è la contrapposizione tra scettico e believer e i fatti
misteriosi che accadono vengono man mano accettati da entrambi come parte
integrante delle indagini, come se fossero normali. Tra i due nasce in tempi
meno biblici una storia d'amore, messa a rischio dai prossimi sviluppi della
serie. Interessante e non presente con un equivalente in X-Files è il padre di Peter, il professor Bishop, scienziato
geniale e uomo pieno di fragilità, ma in certi momenti punto di riferimento per
entrambi, mentre Mulder e Scully dovevano cavarsela da soli, al massimo con
l'aiuto bislacco dei Lone Gunmen, o con quello ambiguo e sempre rischioso dei
vari Gola Profonda, Mister X, Krycek e Marita Covarrubbias.
Fringe non è una copia di X-Files, ma senz'altro una serie che gli
deve parecchio, se non altro per l'idea di fondo. Purtroppo la caratteristica
di JJ. Abrams di costruire vicende complesse (in confronto Chris Carter era
quasi un dilettante, ma senz'altro era più efficace e meno confusionario) senza
preoccuparsi di verosimiglianza, dopo aver sconvolto Alias e Lost sembra
essersi attaccata anche a Fringe,
comunque confermato per una nuova stagione. Anche se c'è da dubitare che
arriverà a nove stagioni più due film come X-Files,
e non solo perché adesso sono tempi diversi.