A distanza di sei anni dall’ultimo episodio tv e di dieci
anni dal primo progetto cinematografico (X-Files Il Film), il creatore della
serie televisiva sci-fi più popolare di tutti i tempi, Chris Carter, torna a
dirigere David Duchovny e Gillian Anderson, nei panni degli agenti speciali Fox
Mulder e Dana Scully, in X-Files: Voglio Crederci, in un elettrizzante thriller in cui si
scontrano fede e scienza, ragione e sentimento.
Regia:
Chris Carter
Sceneggiatura:
Chris Carter, Frank Spotnitz
Attori:
David Duchovny, Gillian Anderson,
Amanda
Peet, Billy Connolly,
Xzibit,
Mitch Pileggi, Carrie Ruscheinsky,
Spencer
Maybee
Fotografia: Bill Roe
Montaggio: Richard A. Harris
Produzione:
Ten
Thirteen Productions, Twentieth Century Fox
Uscita Cinema: 05/09/2008
Genere: Horror, Thriller
----
Box Office: - Total US
Gross: $20,982,47/ International Gross: $47,375,102
TRAMA: Nel bel mezzo della notte un'impiegata dell'FBI viene rapita
a casa sua. Guidati da un ex prete pedofilo dalle strane visioni, gli agenti
Whitney e Drummy indagano. Ma le loro ricerche si rivelano ben presto vane, gli
indizi sono pochi e il tempo stringe. L'agenzia governativa decide così di far
ricorso, ancora una volta, agli agenti Mulder e Scully.
RECENSIONE
Le opere di Chris Carter sono il fedele specchio della
società. Negli anni 90 X-Files ha incarnato le paure e le angosce dell’America
(e non solo). Ha rappresentato la totale sfiducia del popolo verso le
istituzioni degli Stati Uniti (Governo, FBI e militari), e l’orrore che si cela
dietro il falso perbenismo della provincia americana, in maniera spietata. Il
2008, figlio dell’inquietudine (purtroppo non ancora vinta) generata
dall’attentato alle Torri Gemelle, ha lanciato sulla scena pubblica il
candidato alla Casa Bianca, Obama che ha riproposto una tematica, per troppo
tempo accantonata dalla politica: la religiosità. L’incapacità di relazionarsi
con tutto ciò che è religioso, va contro la storia americana, e toglie la
possibilità di parlare ai cittadini in termini morali. L’uomo sempre più
abbandonato alle difficoltà e alle tragedie della vita, non riesce a trovare la
forza in se stesso o nella spiritualità. Etica, fede, scienza, amore sono
proprio i temi affrontati in X-Files: Voglio crederci, presenti sin dai tempi
della serie televisiva, ma oggi riproposti in maniera più vasta, quasi
ossessiva. Il poster I Want to Believe sembra spuntare in ogni scena del film
dal nulla, in ogni momento in cui l’animo umano mostra le sue debolezze, i suoi
dubbi, ed è incapace di credere in qualcosa. Il film solleva importanti
quesiti: Fino a quando l’alibi della Misericordia Divina può aiutarci a sopprimere
i nostri demoni? Un semplice gesto di solidarietà è sufficiente a redimerci?
Dio ascolta le nostre preghiere? Qual è la scelta giusta e a chi dare retta?
Argomenti di discussione difficili da sviluppare approfonditamente in meno di
due ore in una sala cinematografica, ma che vengono proposti in modo
intelligente, stimolando, così, lo spettatore alla riflessione, alla faccia dei
Big Movie tutto effetti speciali e pop-corn. Una tematica dominante e parallela
a quella della fede, è l’amore. Per amore si è disposti a fare tutto, anche
andare contro le proprie convinzioni.Una mente equilibrata, per amore, giunge a
compiere atti coraggiosi ed è disponibile al sacrificio. E’ il caso di Scully
che, dopo aver rinunciato dolorosamente a Mulder, stanca di temere per la sua
vita, torna sui suoi passi e riacquista la capacità di credere in lui e
soprattutto in se stessa. Ed è il caso di Mulder, che risolto il mistero,
decide di dare a Scully, ciò che vuole: una vita normale. Ma fino a quando?
Invece una mente deviata, criminale, per amore giunge a compiere aberrazioni,
come accade alla coppia gay, in cui l’uno pur di salvare l’altro, è disposto ad
uccidere, calpestando etica e morale.
Mulder e Scully hanno compiuto, con questo film, il loro
percorso evolutivo e sono divenuti maturi, sia a livello personale che come
coppia. Mulder, rispetta il distacco che Scully tenta di avere rispetto al suo
mondo fatto di demoni interiori e di continua ricerca della verità e le viene
incontro, quando lei auspica una vita normale. E' nell'episodio
"Dreamland" della sesta stagione che Dana, in viaggio verso l'Area 51
col suo arrogante collega, gli chiede se per una volta non abbia pensato di
mollare tutto e vivere una vita tranquilla. Scully ha sempre vissuto questo
conflitto interiore e cioè quello di decidere fra l'essere la dottoressa Dana
Scully o la compagna di viaggio di Mulder nelle avventure orrorifiche degli
X-Files. Nel film questo dilemma emerge, ed è l'amore che decide per lei.
Vediamo Fox e Dana per la prima volta, realmente come coppia
e ciò provoca in tutti gli shippers, assoluta soddisfazione. Niente più frasi
non dette o semplici gesti a colmare il vuoto delle parole. "E' il tuo
essere testardo, ad avermi fatta innamorare di te" dice Scully al suo
partner. Stavolta sono le parole a valere più di qualunque gesto. Scully è
molto più presa dai suoi conflitti personali ed etici, e spesso la vediamo poco
passionale nei confronti di Mulder. Ma è sola fotografia del momento storico
dei due personaggi, anche se circolano già commenti negativi sull'apparente freddezza da parte di lei. Ai
critici consiglierei la scena finale del bacio e le lacrime di Dana che non
riesce a separarsi dal suo amato.
Mulder non viene scalfito dall'orrore che gli si presenta.
Efferati omicidi e pedofilia, gli scivolano addosso, respinti dalla sua
immortale ironia che sembra essere una sorta di scudo protettivo contro il male
della società. Invece Dana sfoga tutto il suo disprezzo contro il prete
pedofilo, lei che, invece, da medico chirurgo infantile, si danna l'anima per
sottrarre le piccole creature al dolore
e alla morte.
L'Agente Whitney mostra un'apparente stima nei confronti di
Mulder e del suo lavoro, dietro cui si cela in realtà invidia per le capacità
intuitive dello spettrale e per il suo efficace approccio investigativo.
L'Agente Drummy risulta invece inutile e poco funzionale
alla storia. Sta lì solo a ricordarci che gran parte dell'FBI scredita e
disprezza il lavoro svolto in passato da Fox, alla sezione X-Files.
Determinante è invece Skinner che giunge in tempo prima che
l'orrore si compia. Il suo ritorno accresce quel senso di familiarità che noi
fans abbiamo provato rivedendo i nostri eroi.
Padre Joseph si è macchiato di uno dei crimini più
imperdonabili: la pedofilia. Per questo la sua strada verso la redenzione è
irta di ostacoli. Un misto fra Clyde Bruckman
e Orison. Bene e male che convivono nella stessa persona. E' proprio la
sua natura ambigua ad incuriosire lo spettatore e mettere in crisi la fede di
Scully.
CURIOSITA'
Il film è pieno di riferimenti e omaggi appositamente
pensati per i fans.
La prima scena fra
Mulder e Scully ci ricorda palesemente il loro primo incontro all'FBI nel 1993.
Lui di spalle, lei che entra nella stanza.
Fox esordisce con uno dei suoi scioglilingua filosofici,
come aveva fatto nel primo film "Fight the future".
Lo studio dello
spettrale è l'esatta, quasi maniacale, ricostruzione del vecchio ufficio degli
x-files dell'FBI. Nella stanza c'è il mondo di Mulder, il suo microcosmo, così
come lo è la Perla Nera per Jack Sparrow, o l'isola "lostiana" di
Benjamin Linus. Ritroviamo ritagli di giornale, il mitico poster: I want to
believe, le matite piantate sul soffitto durante i momenti di noia, i semi di
girasole e la foto di Samantha Mulder.
All'FBI Mulder e Scully incrociano lo sguardo di una giovane
agente, che ha il volto dell'attrice che ha interpretato la piccola Samantha
nella serie.
Quando Fox e Dana sono a letto insieme, lui cerca di
proporre alla sua partner che non riesce a dormire, un "piccolo
rimedio" valido contro l'insonnia. Dana ironicamente declina l'invito per
le "dimensioni piccole" del rimedio. Il riferimento, forse, è
all'episodio Hollywood A.D. della settima serie, in cui Mulder e Scully fungono
da ispirazione per un film ridicolo e che banalizza le loro vite. Il finto
Mulder cinematografico, in un momento intimo con la finta Scully
cinematografica, riceve un rifiuto, perchè la rossa agente confessa di
preferire la "torcia più imponente" del Vicedirettore Skinner.
Sempre la scena di Mulder e Scully a letto insieme, ricorda
una molto simile vista nell'episodio "Requiem", nella quale i due
agenti, in un tenero momento, riflettono sul destino delle loro vite.
Mulder è in auto, sta per usare il suo inseparabile
cellulare. Un primo piano ci mostra la sua rubrica che contiene diversi nomi.
Tutti appartenenti a coloro che hanno partecipato ad X-Files sin dalle prime
stagioni. Fra tutti è più visibile quello di Vince Gilligan, ma ci sono anche i
nomi del regista Rob Bowman e dell'autore Shiban.
La scena in cui Scully cerca di scoraggiare Mulder dalla
ricerca dell'agente scomparsa, perchè in realtà ritiene che il suo partner sia
solo ossessionato dal ricordo di sua sorella, ricorda una scena molto simile
che appartiene all'episodio "Conduit" della prima stagione, in cui
Dana dice a Mulder di fermarsi, di smetterla di correre dietro a sua sorella.