La figura del vampiro ha da molto tempo una gran
valenza nell'immaginario, prima dell'attuale moda di succhiasangue più o meno
adolescenti, e in una serie in cui si parla di indagini nel soprannaturale come
X-Files non si potevano non citare i
vampiri, anche se non sono i comprimari preferiti da Mulder e Scully.
Due sono gli episodi di tematica vampirica, uno
della seconda stagione, Three o Giochi
di sangue se si preferisce la versione italiana, e l'altro della quinta, Bad Blood o Vampiri, agli antipodi come ritmo, costruzione e storia, con due
visioni opposte dei vampiri, non canoniche ma con alcuni punti di interesse.
Three è uno dei pochi episodi di X-Files in cui Scully non compare,
perché è stata appena rapita (dagli alieni? dai neogovernativi?) e la sua
scomparsa ha lasciato Mulder nella disperazione, perché se ne sente
responsabile. Per distrarsi accetta di investigare su una serie di omicidi che
sembrano commessi da un vampiro, con tanto di vittime dissanguate, arrivando ad
un terzetto di all'apparenza psicopatici che hanno costruito come una sorta di
sorellanza tra di loro. Mulder entra in contatto con Kristen, l'anello debole
del gruppo, buttandosi con lei in una storia senza futuro: per salvarlo la
donna sacrificherà se stessa e gli altri due, lasciando nel dubbio se si
trattava di veri vampiri o di semplici, si fa per dire, serial killer.
Una storia interessante, con l'accostamento già
visto ma sempre efficace tra vampirismo, morte e sesso, con un buon tentativo
di rendere plausibili i vampiri in un contesto reale di indagini, attaccandosi
anche al tema delle sette sataniche, e qualcuno ha visto delle reminscenze tra
la congrega di vampiri e la "famiglia" di Charles Manson,
protagonista di uno dei più sanguinosi fatti di cronaca nera: a molti shipper
non è piaciuto vedere Mulder "tradire" Scully, anche se si tratta di
un momento di disperazione e di disorientamento, non ci poteva essere un
futuro. Una curiosità, l'affascinante Kristen era interpretata da Perrey Reeves,
allora fidanzata nella vita reale di Duchovny.
Diversi sono i toni di Bad Blood, in cui Mulder e Scully raccontano come in un flash back
un caso su cui hanno indagato, conclusosi con la morte di un sospetto presunto
vampiro, un ragazzo delle pizze a domicilio che usava la sua attività per
procurarsi le vittime. Entrambi danno una visione diversa della vicenda, con
una struttura narrativa che riecheggia non poco Rashomon di Akira Kurosawa, anche se i risultati non sono
esaltanti. Bad Blood si rivela troppo
grottesco per essere un X-Files, decisamente stupidotto come svolgimento e si
rivela più una buona occasione sprecata che altro, anche se è interessante,
oltre che per la contrapposizione dei punti di vista tra i due agenti, per la
trattazione dissacrante del tema dei vampiri, carina in questi tempi di vampiri
ultraromantici e decisamente stucchevoli.
Certo, Polanski aveva fatto di meglio, ma era pur
sempre Polanski.