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Main » 2010 » December » 11 » Intervista a Daniela Catelli
7:40 PM
Intervista a Daniela Catelli
Vi propongo l'intervista a Daniela Catelli, estratta dall'ultimo numero della rivista on-line "BlueBook Magazine". La giornalista e scrittrice, amante del cinema Horror, già interpellata nel 2008 in occasione dell'uscita del secondo film di X-Files "I Want to Believe", stavolta ci svela alcuni dei tanti volti della paura raccontata sul grande schermo.

La fantascienza tende a riflettere i movimenti culturali e il clima generale in cui si sviluppa. Anche per l’Horror è lo stesso o esso è più legato alle paure ancestrali e immutabili dell’uomo?

Domanda interessante. Io credo che il cinema fantastico in generale sia espressione del tempo che lo produce. E' vero che l'horror è legato più strettamente alla paura della morte – e da qui anche il suo eterno
successo – ma mi sembra che anche in questo caso, se pensiamo al cinema dell'orrore recente, cerchi più che altro di stare al passo con la realtà, che ultimamente è assai peggio di quello che qualsiasi fantasioso sceneggiatore possa inventarsi. A pensarci non saprei dire se film come Saw e i torture porn siano espressione della realtà in cui viviamo, o se non siano più semplicemente un tentativo di sfruttare un voyeurismo e una soglia di tollerabilità che - "grazie” alla cronaca nera dei nostri tempi e ai media che ci campano – si è intollerabilmente innalzata. Forse un tempo il cinema dell'orrore era più catartico, e soprattutto negli anni Settanta e Ottanta esprimeva una critica e una satira sociale intelligente e progressista, mentre oggi sempre più spesso è bassa macelleria fine a se stessa.

La cultura, la politica, il cinema e l’arte in generale sono stati travolti da Ground Zero. Il modo di raccontare la paura ne ha risentito e come secondo te?

Mah, non direi. Credo che anche il cinema, con pochissime eccezioni, non sia riuscito ancora a metabolizzare quella immane tragedia. Non mi sembra ci sia stato un rapporto causa effetto tra la perdita dell'innocenza e della sicurezza e il cinema americano dell'orrore. Semmai trovo che sempre più spesso la paura sia demandata a personaggi dell'est, della vecchia Europa, come eredi di una barbarie atavica che minaccia le civiltà prospere del capitalismo occidentale. 


Nel tuo libro "Ciak si trema”, preziosa guida per tutti gli horrormaniaci, hai offerto un panorama esauriente del brivido raccontandoci tutti i volti dell’orrore. Il cinema continua a offrirci in mille salse temi ormai inflazionati tra remake e prodotti seriali. Non ti sembra che ci sia poco coraggio nel proporre qualcosa di nuovo?

Sicuramente. Anche se le eccezioni, seppure poche, esistono, a conferma del fatto che basta sforzarsi un minimo... Ad esempio un film come Buried, che a parer mio però non è un horror, o Martyrs, The Myst, Them, riescono a seguire nuovi sentieri. Ma in genere rifare i film, o rilanciare serie morte e sepolte, ha l'unico scopo di spillare soldi agli appassionati, per lo più adolescenti. Certo aspetto invece con molta curiosità lo Scream 4 di Craven, sperando che non faccia anche lui la fine di George A. Romero, il cui ultimo film ho trovato imbarazzante e indegno del suo talento. Ah, e con grande ansia aspetto anche la serie tv prodotta da Frank Darabont The Walking Dead. 

Qualche anno fa l’occidente è stato letteralmente invaso dal cinema horror d’oriente. Qual è il tuo giudizio sulla cinematografia asiatica? 

Che sia stata una moda, nata dal fatto che rappresentava qualcosa di diverso per il pubblico occidentale, lo dimostra il fatto che è oggi quasi del tutto sparita dai nostri schermi. Ma ci sono autori, soprattutto in Giappone e Tailandia, che riescono in qualche modo a sorprendermi. Penso soprattutto a Kyoshi Kurosawa, e a Banjong  Pisanthanakum e Parkpoom Wongpoon di Shutter e Alone. Anche se l'esperimento di horror a 4 mani di 4bia è molto deludente. Ci sono individualità notevoli, tra cui Takashi Miike (che però non è solo un autore horror) e Hideo Nakata, da cui posso aspettarmi ancora molto, ma non mi sembra che in generale la cinematografia di genere orientale sia messa meglio di quella occidentale.

L’Horror soprannaturale rappresenta forse troppo spesso il male come manifestazione violenta del desiderio di redenzione, vendetta o libertà. Alla fine della pellicola si finisce col giustificare l’orrore e puntare l’indice contro l’uomo che lo ha generato. Non pensi che questo genere sia più efficace quando racconta il male nella sua purezza?

In generale, direi che il male assoluto è quello che esprime con più forza il senso dell'orrore. Quando alla fine di un film leggo una giustificazione del male, qualunque essa sia, ci resto male. Se penso a film come L'assassino di Rillington Place, Lo strangolatore di Boston, Psycho o anche Henry pioggia di sangue, mi rendo conto che quello che li rende, per me, davvero spaventosi, è l'assoluta mancanza di intenti dei suoi assassini.  Però questo è un discorso generale. Se mi parli di horror soprannaturale, a parte l'insensato Paranormal Activity, non mi viene in mente nessun esempio recente in cui questo si verifica. E d'altra parte, se ripenso all'Esorcista, mi sembra ancora oggi straordinariamente efficace.

Il cinema horror Spagnolo e anche quello Francese sembra abbiano ottenuto una collocazione di tutto rispetto nel panorama internazionale. A che punto è quello Italiano?

Sono sincera: non lo conosco. E' troppo difficile avere il tempo di stargli dietro, visto che sono prodotti che escono quasi esclusivamente in dvd, ma non mi sembra che ci sia qualcosa che possa far pensare a una rinascita. Quando mi occupavo di Horror Night per Coming Soon ho avuto modo di vedere alcuni corti (pochi) davvero belli, e almeno uno di questi autori si cimenta adesso col lungometraggio, tra mille difficoltà economiche e logistiche. Aspetto la seconda prova di Albanesi per sbilanciarmi, ma mi sembra che qua manchino le individualità, le idee, il coraggio e la passione. Doti che trovo invece abbondanti nel cinema spagnolo, che in genere apprezzo, e anche in quello francese, che in genere non amo. 

Da fan quale sei di X-Files non posso esimermi dal chiederti che ne pensi della paura mostrata in TV  da Chris Carter.

Rivedendo la serie col senno di poi, credo sia stata un esperimento molto interessante, che ha ripreso la lezione di serie e idee precedenti come KolchackThe Night Stalker e i vari The Twilight Zone, ibridandola con una teoria complottistica della fantascienza paranoica molto efficace all'epoca. Trovo che oggi ci sia una serie che ha ripreso la lezione di Carter e ha esteso i confini della paura, dell'orrore, della paranoia e anche dell'umorismo tipico di X-Files: lo straordinario Fringe, che sembra un X-Files più adulto, ma che sicuramente gli deve molto. 

Se dovessi proporre a chi ti legge  in questo momento un film  horror classico che va assolutamente visto e una pellicola nuova che ti ha colpito particolarmente, cosa suggeriresti?

Oddio, a costo di ripetermi alla nausea dirò L'esorcista, esclusivamente nella versione theatrical del 1973. Visto da soli, di notte, nella nuova versione in Blu-Ray con contenuti mai visti girati dal direttore della fotografia Owen Roizman sul set. Tra i nuovi ma non nuovissimi... non mi sono dispiaciuti The Orphanage, The Tripper di David Arquette, ma di sicuro quello che più rispecchia la mia concezione di horror e di paura, realizzato con due soli personaggi in una casa e una straordinaria concezione della suspense, è il già citato Them, in cui l'orrore non ha giustificazione alcuna ed è assolutamente credibile. Però ad essere sincera mi hanno più colpito film di altro genere, come District 9. 

Quali sono i tuoi progetti lavorativi? E’ in cantiere un libro?

Ho da poco "festeggiato” il mio undicesimo anno di precariato a Coming Soon Television, e quando posso cerco di ritrovare la passione di un tempo incontrando personaggi come Rodrigo Cortés, Oliver Stone e Zach Snyder, per citare solo i più recenti. In Italia nessuno ti paga per fare libri, ed essendo madre single non più giovane devo ahimé pensare alla sopravvivenza immediata che, come per molti, oggi è sempre più difficile. Ma chissà, non sarebbe la prima volta che rinasco dalle mie ceneri... in questo faccio mia la lezione dell'horror: avete presente quando Laurie Strode pensa di aver fatto fuori Michael Myers? Quello è il momento di guardarsi alle spalle.


Views: 782 | Added by: maxmulder | Rating: 5.0/2
Total comments: 1
1 Duchovny  
0
Io credo invece che certa filmografia da macelleria sia proprio frutto della espressione della realta' che viviamo....eccome!!

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