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SERIAL KILLER IN X-FILES
di Massimiliano



Il Serial Killer o assassino seriale compie più omicidi, in località anche diverse, intervallati da un "periodo di raffreddamento emozionale elemento fondamentale che lo distingue nettamente dal Mass Murderer (colui che commette tre o più omicidi nella stessa località e nello stesso momento) e dallo Spree Killer (omicida compulsivo che uccide più persone durante un unico atto criminoso e in posti diversi, come ad esempio un reduce di guerra che spara sulla folla). Il Serial Killer, la cui azione compulsiva è in genere del tutto priva di movente, e spesso legata a traumi nella sfera emotiva e sessuale e conseguenti patologie mentali, segue meticolosamente schemi precisi che si costruisce nella sua mente. Gli agguati sono studiati minuziosamente e le vittime vengono scelte sulla base di particolari requisiti che rientrano in un quadro rituale. Esistono diverse tipologie di assassini seriali individuate sulla base o dei motivi che inducono il soggetto ad uccidere o del modus operandi . Nel primo caso,  le principali sono: l'EDONISTA (colui il quale uccide per il piacere di farlo e che può presentare una sottocategoria, il Lust Killer per il quale il raggiungimento dell'orgasmo dipende dalla morte della vittima), il MISSIONARIO (colui che uccide perché spinto da una missione etico-morale, esclusivamente categorie di persone: Gay, drogati, prostitute), il VISIONARIO (omicida che, a causa di turbe psichiche gravissime, giunge ad uccidere in preda ad allucinazioni in cui crede di agire per nome di un'entità superiore, Dio o il demonio.

Sulla base del modus operandi conosciuto grazie all'analisi della scena del crimine, la distinzione fondamentale è fra omicida organizzato e disorganizzato. Il primo, dotato di intelligenza media o superiore, riesce ad integrarsi e confondersi perfettamente nel contesto sociale in cui vive. Pianifica l'atto criminoso nei minimi dettagli, ha l'assoluto controllo delle sue emozioni, pretende che la vittima (estranea alle sue conoscenze) sia a lui sottomessa prima di ucciderla con estrema violenza. L'omicida disorganizzato invece è inadeguato sessualmente e con un livello di intelligenza inferiore alla media. Isolato dal contesto sociale, presenta difficoltà nel relazionarsi agli altri. Le vittime sono persone che conosce. Tende a depersonalizzarle, occultandone il volto. Non si cura di nascondere il cadavere. Perdendo il controllo delle sue emozioni, lascia tracce sulla scena del delitto.

Ancor prima di Millennium e sue successive fotocopie bene o mal riuscite (Profiling, Criminal Mind, Dexter etc), è stato X-Files ad esplorare, per primo, le menti allucinate degli assassini seriali, i cui orrori,  nel mondo di Mulder e Scully hanno una matrice soprannaturale. Mostri nell'animo e nel corpo, che, tranne qualche eccezione, sono spinti verso la violenza da puri motivi biologici, dall'istinto di sopravvivenza. L'Agente Fox Mulder nel 1988 viene assegnato all'Ufficio investigativo Crimini Violenti, unità Scienza del Comportamento. Durante tale periodo scrive la monografia "I serial Killer e l'occulto". La sua competenza, unita all'esperienza di medico/patologo di Dana Scully, consente a Mulder di affrontare alcuni fra i più spietati assassini, in quasi un decennio di lavoro alla sezione x-files.

Il primo inquietante caso di omicidi seriali, vede come terribile autore: Eugene Victor Tooms, (Squeeze 1X02/Tooms1X20) un mutante capace di allungare il proprio corpo. Nel terzo episodio della prima stagione, dà inizio ad una serie di omicidi spinto dall'istinto di sopravvivenza.  Le vittime, cinque, vengono uccise all'interno di stanze chiuse a chiave o apparentemente inaccessibili, potendo penetrarvi all'interno attraverso strette fessure: una finestra semi chiusa, un condotto d'aria, il camino. Dai corpi dei malcapitati viene asportato il fegato, di cui si ciba, prima di ibernarsi e risvegliarsi dopo trent'anni. Il profilo criminale stilato da Scully consente la cattura del pericoloso omicida, ma è Mulder a collegare i crimini con una serie di morti avvenute negli Stati Uniti a distanza di un trentennio l'una dall'altra, partendo dal 1903. Tooms sembra essere un implacabile predatore e per ogni battuta di caccia, sottrae alla vittima un oggetto personale, come trofeo che conserva nel suo nido creato con fogli di giornale amalgamati, con la sua bile. Anche Scully diviene il suo bersaglio, ma Mulder riesce ad intervenire in tempo. Tooms finisce in una cella di massima sicurezza, ma a distanza di mesi un giudice, poco incline a credere a mutanti e mostri vari, lo rilascia affidandolo a una famiglia. E' la sua occasione per vendicarsi di Fox contro cui inizia una sfida a colpi di inganni e astuzia che rischia di mettere in pericolo la carriera dell'agente, fino allo scontro finale, in cui Tooms perde la vita tranciato dagli ingranaggi interni di una scala mobile.

Cecil L'ively (1X11) è un omicida dotato di pirocinesi, la capacità di appiccare incendi e controllare il fuoco con il potere della mente. Conosce le sue vittime, agisce spinto da un impulso e soddisfa i suoi istinti sessuali con un comportamento distruttivo che compensa le sue inadeguatezze sociali e il suo disadattamento. Si rivela essere un avversario ostico per Mulder, non per le sue abilità (che pur sono notevoli), ma per l'arma che utilizza, il fuoco, che rappresenta una fobia per Fox.

Donnie Pfaster (2X13/7X07) è il criminale che più di tutti è riuscito a sconvolgere Scully. Da un feticismo di tipo necrofilo, passa all'omicidio opportunistico, allo scopo di soddisfare i suoi crescenti impulsi: uccide i vivi per depredarli da morti. Attratto da donne dai capelli rossi e dalle unghie smaltate, sottopone le sue vittime a un rituale, un bagno con oli profumati, prima di sfogare la sua violenza e impossessarsi di una parte del corpo, nel caso specifico, dita e unghie. Anche Scully diventa un bersaglio (per ben due volte) a cui l'agente sfugge, nella seconda serie, con la forza della disperazione e col provvidenziale intervento delle forze dell'ordine, poi nella resa dei conti finali, durante la settima stagione, sparandogli a brucia pelo. Pfaster non è un mutante, un diverso biologicamente, un mostro, ma un docile in apparenza che è in realtà la personificazione del male.  Un uomo straordinario nella sua ordinarietà che è cresciuto con un'anima demoniaca. Per questo spaventa di più. La paura di uno sconosciuto, la paura di una morte violenta, sono più inquietanti di qualunque x-files.

Virgil incanto (3X06), mite e gentile traduttore di testi di lingua italiana e latina, nasconde una natura terrificante. Autore di 47 omicidi in 5 stati, adesca le vittime in internet, attraverso una chat per cuori solitari. Sceglie donne in sovrappeso alle quali assicura dolcezza, gentilezza e gratificazione, ma in cambio preleva, prima di ucciderle, l'adipe dai loro corpi, per sopravvivere. Violenza e malvagità dettate da un bisogno biologico. Ad una disgustata Scully, Virgil Incanto risponde: "Non guardarmi come se fossi un mostro. Mi spinge una fame senza fine. Davo loro ciò che desideravano, in cambio prendevo quello di cui ho bisogno...Chi muore non è più solo e la morte uccide la solitudine.”

Gerald Thomas Schnauz (4X02), operaio edile, uccide    spinto da allucinazioni uditive, che attribuisce ad entità benefiche dette "Ululanti”. Credendo di aiutare le sue vittime dalle loro inquietudine, le sottopone a lobotomia. Ciò che ignora è che l'unica mente da curare è la sua. Ancora una volta è Scully ad essere faccia a faccia con un serial killer. Ancora una volta è Mulder a trarla in salvo. Il tipo di schizofrenia paranoide che tormenta Schnauz è caratterizzata da sintomi dissociativi, compromissione globale della personalità, deliri sistematizzati, per lo più di persecuzione; la malattia in genere compare tra i 25 e i 45 anni con episodi acuti che tendono a cronicizzarsi. Gerry manifesta anche quella che Mulder definisce Psicografia, la capacità di imprimere su pellicola fotografica, l'orrore che alberga nella sua mente. Quasi una richiesta di aiuto inconscia dell'assassino.

X-Files ha saputo entrare nelle menti dei serial killer senza voler spettacolarizzare o esaltare la violenza, ricordandoci che l'orrore può nascondersi ovunque, anche nella casa del vicino a cui auguriamo quotidianamente buona giornata. Perché lo spettatore deve temere il male, non sostenerlo come in Dexter, giustificandolo. Ma questa è un'altra storia.

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